Un percorso alla scoperta della cucina rodigina

Lacucina rodigina si è conquistata un posto importante dopo anni di proposizione dei propri piatti tradizionali, spesso, considerati solo frutto della cucina povera. Alcuni addirittura vengono divisi con altre province e regioni, come labondiola, lo squisito salume, rivendicato anche dal territorio ferrarese, nonostante che a Rovigo sia poco meno di un monumento. Nessuno però è stato mai in grado di appropriarsi della peculiarità della cucina dell’anguilla. Intanto perché quel pesce è abbondante solo nel Delta del Po, che segna, non va mai dimenticato, la caratteristica unica della provincia, della città e dei loro abitanti. E poi perché la raffinatezza a cui sono giunti i cuochi del territorio ne ha fatto un piatto sublime. Se proprio i rodigini volessero spartire la loro competenza per l’anguilla, potrebbero prendere in considerazione solo il Mar dei Sargassi, dove questo pesce così insolito vive indisturbato e dove soprattutto si riproduce. Arriva da lontano, quindi, ma viene anche allevata in loco, in quelle acque salmastre che sono una contraddizione dopo quelle chiare, chiarissime del Mar dei Sargassi. L’abbondanza dell’insolito pesce ha anche alimentato una cucina di grande qualità, specializzata, tipica del rodigino, che trova il suo acme durante il periodo natalizio, quando il consumo dell’anguilla, o del capitone, che è la stessa cosa, diventa eccezionale. E dire che il modo di proporre l’anguilla è molto limitato è si ferma a solo due menù: arrosto o marinata, due proposte che esaltano il gusto dell’anguilla. Per chi visita Rovigo è obbligo gustare i "bisatei” fritti, piatto contadino per davvero, che viene servito fritto e che in sostanza sono anguille però più piccole. Attenzione: i bisatei non si trovano dappertutto e per gustarli bisogna fare una ricerca nei ristoranti.