Arte, cultura e tradizioni

Il Museo dei Grandi Fiumi a Rovigo

3500 anni della storia del territorio del Medio e Alto Polesine

Un museo unico, irripetibile: solo a Rovigo poteva esserci una esposizione che inneggia ai grandi fiumi. Però, a qualcuno può anche essere sfuggito ma la città ed il rodigino si sviluppa, si allunga, si contrae sotto il Po ma anche l’Adige che è il secondo fiume d’Italia. Tra i due corsi d’acqua anche il delta del Polesine che elemento di una caratteristica eccezionale, un mondo a parte. Rovigo, si sa, non è in riva al mare ma è l’acqua che lo ha caratterizzato, che ha portato ricchezza e miseria, vita e morte, a seconda delle sue inesplicabili bizzarrie. Un giro per il museo, dovrebbe essere immancabile per chi visita Rovigo, significa davvero un attraversamento della storia della città, dal momento che le esplicazioni ed i reperti passano dall’età del bronzo, a quella del ferro, poi alla vita romana, medievale e del Rinascimento in un continuum, dato dall’imperturbabile fluire delle acque. E lì , nel museo si vede come quei tratti del fiume siano considerati come difese naturali, difficilissimo inoltrarsi tra le gore se non se ne conosce profondità e portata, insieme agli allevamenti del pesce, delle anguille in particolare che ben adattano al salmastro. Nel considerare una visita al Museo non si dimentichi la bellezza della location, il Monastero Olivetano di san Bartolomeo, sconsacrato dai tempi di Napoleone ma che rimane un superbo esempio di arte rinascimentale. E’ innovativo il Museo dei Grandi Fiumi? Sì! Certo, vi sono le teche per mostrare reperti preziosi ma vi sono pure molti allestimenti per far sprofondare il visitatore nel tempo che si vuole mostrare, che immedesimarsi in quel tempo ed in quel luogo, perché una visita rimanga indelebilmente nella memoria di tutti.

Foto: olivetani.fondazionebancadelmonte.rovigo.it

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